La risposta alla signora Federica Mormando del Corriere della Sera

La sig.ra Federica Mormando scrive sul Corriere della Sera (http://scuoladivita.corriere.it/2015/01/03/perche-la-lingua-dei-segni-rischia-di-creare-isolamento/) esprimendo la sua preoccupazione sul fatto che la lingua dei segni rischia di creare isolamento, vede con un certo allarme la diffusione della lingua dei segni e l’istituzione di corsi per insegnarla, anche a livello universitario. Conclude poi con questa affermazione che riportiamo fedelmente:

” se i non udenti potessero seguire corsi, nella scuola dell’obbligo, per imparare il linguaggio labiale sarebbe assai meno costante il ricordo della loro sordità, per loro stessi e per gli altri”.

Ebbene ci teniamo ad informarla che già esistono dei corsi per imparare “il linguaggio labiale”, si chiamano terapia logopedica ed ogni bambino sordo fa un percorso di riabilitazione logopedica per imparare a parlare, lo prevede e prescrive il Servizio Sanitari Nazionale. Questa terapia può durare dai 10 ai 14 anni.

E’ evidente gentile Federica che lei ha una conoscenza parziale se non superficiale della questione, anche nella terminologia che usa dimostra di aver fatto un po’ di confusione: non esiste un “linguaggio labiale”, ma la lettura labiale del linguaggio verbale.

La invitiamo a documentarsi in modo più approfondito perché sono i giudizi e le opinioni come le sue che creano isolamento alle persone sorde in quanto contribuiscono a creare un’immagine non corretta dei sordi e dell’uso della lingua dei segni.

I veri stranieri non sono coloro che parlano una lingua differente, perché vivaddio ancora molti di noi considerano il multilinguismo una ricchezza per la società, e poi la conoscenza di una lingua dei segni non esclude la conoscenza della lingua vocale, ma straniero anzi estraneo alla realtà è colui che esprime giudizi sull’altro senza averlo conosciuto direttamente e fermandosi solo ai luoghi comuni e ai pregiudizi.

 

Movimento LIS Subito!

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