La risposta al signor Max Brod sul Fatto Quotidiano

Dopo aver letto l’articolo del Fatto Quotidiano del 8 febbraio 2015 :

Le associazioni sono divise, le persone sorde no!

 

Ancora una volta il dibattito sul riconoscimento della LIS è proposto come un’opposizione tra Fiadda, un’associazione di genitori udenti di bambini sordi e l’ENS, un’associazione di adulti sordi.

In realtà il pensiero dei sordi è molto più articolato.

La prima cosa che ci viene da dire è che i sordi sono cresciuti, non hanno più bisogno che i genitori parlino per loro: possono parlare per sé stessi sia con la voce che con la lingua dei segni.

Nessuno si è mai sognato di sostituire alla logopedia, all’uso delle protesi, o all’impianto cocleare, l’uso della lingua dei segni. Un bambino che nasce sordo ha diritto ad accedere a TUTTE le possibili risorse.

La società ha il dovere di garantire l’accesso a TUTTE queste possibili risorse. Vi chiederete perché? Perché esistono tantissimi tipi di sordità, tante sono le cause e tante le differenti risposte di un bambino alla terapia logopedica, all’uso delle protesi o all’impianto cocleare. Non esiste una ricetta pronta da applicare valida per ogni sordo.

E chi fa credere il contrario propone false idee, perché sappiamo bene che la medicina non è infallibile come non lo sono i metodi di riabilitazione logopedica.

Inoltre auspichiamo per il futuro che siano intervistati anche i medici favorevoli all’uso della lingua dei segni.

Ma con la richiesta del riconoscimento della LIS non abbiamo la pretesa di imporre una soluzione unica che risolva a priori ogni problema della sordità, a noi interessa offrire tutte le possibilità, compresa la lingua dei segni perché un bambino sordo cresca con tanti strumenti a sua disposizione per attrezzarsi a sviluppare al meglio le sue potenzialità.

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